ONCE MORE è una performance che si sviluppa nella relazione fra due soggetti, in un continuo confronto senza freni. Un display concertistico dove corpo, suono, parole e live photo sono assunti come elementi imprevedibili della composizione. Sullo stesso piano, luce, buio e immagine si stratificano come partitura ritmica in un vortice circolare in cui anche ciò che il corpo produce si sottrae, in favore di un unico movimento performativo. L’occhio imperscrutabile della macchina fotografica, nella sua meccanica soggettività, registra i contorni di ciò che accade, ridefinendone la percezione. ONCE MORE è estasi e libertà. Il suo suono è un mix crudo e potente di punk, noise, hardcore e altri elementi della cultura underground e, subliminale, una punta di ironica malinconia.
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Kinkaleri/Jacopo Benassi
ONCE MORE
performers Jacopo Benassi, Marco Mazzoni
laptop Massimo Conti
produzione performance Kinkaleri/KLm
registrazione Area-Francesco Frosini al Centro Pecci Prato
mix e master Tobia Bandini, Pasquale Savignano
foto Jacopo Benassi
artwork Xing
stampa Elettroformati Milano
formato vinile (bianco)
prodotto da Xing in un’edizione di 150 copie, contiene un booklet di 24 pag con foto b/n di Jacopo Benassi
ristampa 150 copie (2022)
edizioni d’artista in 20 copie con fotografia b/n di Benassi a tiratura limitata firmata, formato 16 x 20 cm
cat.n° XONG collection XX01 (2021)
label Xing
tracce:
A: ONCE (11:37)
B: MORE (16:33)
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ONCE MORE is a performance developing two subjects in a continuous confrontation without brakes. It presents itself as a concert/display where body, sound, word and live photo are unpredictable elements of its composition. Light, dark and image are stratified as a rhythmic score within a circular vortex in which, what the body produces is subtracted in favor of a unique performative movement. The inscrutable eye of the camera, in its mechanical subjectivity, records the contours of what happens, redefining its perception. ONCE MORE is ecstasy and freedom. Its sound is a raw and true mix of punk, noise, hardcore and other elements of underground culture and, subliminally, a touch of ironic melancholy.