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52 Spaces

 Scanner

 
 

52 Spaces è un omaggio alla cinematografia di Michelangelo Antonioni, prodotto dalla British School di Roma. Scanner si confronta con questa grande referenza della memoria italiana, in un opera cinematica di estremo rigore e semplicità. Non propriamente un visual: giusto la traccia video, proiettata alle spalle del musicista, con un ri-editing dilatato di certi frammenti e atmosfere, seguento una sua certa ossessione sulla materia del tempo e dell’immagazzinamento tecnologico della memoria collettiva.
Frammenti di posture, gesti, ma il più delle volte spazi, luoghi e paesaggi intravisiti, non immediatamente riconoscibili che rappresentano il nesso tra questi due autori a distanza di anni, di climi e di latitudini: certamente, nel caso di Scanner, una strana capacità di rievocazione fantasmatica, di quel qualche cosa che è iniziato a permanere nel clima generalizzato del pianeta intero, surriscaldato, a partire da un deserto rosso, italiano, di ormai trenta anni fa.

52 Spaces pays homage to the cinematography of Michelangelo Antonioni and as previously mentioned, is being produced by the British School of Rome. Scanner confronts himself with wide references to Italian recollections of their past, in a cinematic of extreme rigour and simplicity. Not really a visual; just  the video track, projected behind the musician, with the re-editing having enlarged on  certain fragments and atmospherics, following his particular obsession with the subject of time and the technological storage of collective memory.
Fragments of postures, gestures, but most often of spaces, places and landscapes glimpsed, though not immediately recognisable, that represent the nexus between these two authors across the distance of the years, of climates and latitudes. Certainly, in the case of Scanner, a strange capacity to re-evoke the illusionary, of that certain something that has started to make itself permanent in the generalized climate of the entire planet, overheated, starting from a red desert, Italian, from by now thirty years ago.

Progetto curato da Cristiana Perrella e prodotto dalla British School-Roma, con il supporto di The Henry Moore Foundation.