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Versione

Readymade Metal Book

 Enrico Malatesta, Attila Faravelli

 
 

Readymade Metal Book è una zona di accoglienza per oggetti, scarti e intuizioni transitorie; il contenuto dell’intero progetto è in divenire e si modifica in relazione al ritrovamento di nuovi componenti metallici che di volta in volta conducono la ricerca. Presentato per la prima volta al Kunstenfestivaldessrts di Bruxelles nel 2017 e sviluppato presso Careof - Fabbrica del Vapore di Milano, Readymade Metal Book raggiunge la sua seconda restituzione a Raum attraverso il display dei readymade fino ad ora collezionati, una presentazione/lecture del progetto e una performance sonora realizzata da Enrico Malatesta in collaborazione con Attila Faravelli.

"Attraverso vere e proprie montagne di rifiuti metallici ho selezionato oggetti dotati di un intenso impatto visivo e, allo stesso tempo, immediate possibilità di utilizzo e reazione ai più semplici impulsi, creando condizioni imprevedibili di movimento e suono.
Il mio interesse, quasi ossessivo, in questi oggetti risiede nel fatto che occupano una posizione confusa in rapporto ai sistemi di relazione tra essere umano e utensile; ognuno di questi oggetti, infatti, non è in un punto de definito di evoluzione rispetto alla mia prospettiva; sono erosi e spaccati al punto da non riuscire a capire quale e effettivamente fosse il loro precedente ruolo nel sistema di relazione tra essere umano e oggetti; allo stesso tempo non sono però su sufficientemente distrutti per essere considerati semplicemente rifiuti o frammenti.
Ho raccolto questi specifici ci oggetti metallici perchè ho percepito immediatamente la possibilità di poter definire una traiettoria diversa dal consumo; essi possono divenire agenti capaci di dischiudere il potenziale di un modo di essere completamente altro rispetto al modo di essere dei miei strumenti. Sono estranei e tali rimarranno; la loro distanza è inestinguibile. L’intero progetto verte sul tentativo di ridare dignità ad un mondo posto al di fuori di me stesso, un mondo di oggetti e del loro processo corruttivo e generativo interno che si apre attraverso la relazione, il movimento e il suono. Il suono occupa un ruolo specifico: è una conseguenza dell’oggetto in movimento ed è sempre in costruzione attraverso l’oggetto e me stesso nelle nostre reciproche attività. Il suono è il 'vero spazio' che condivido con l’oggetto, è la nostra zona autonoma di connessione…” (E.M.)

Readymade Metal Book
progetto di Enrico Malatesta
con Enrico Malatesta, Attila Faravelli
si ringraziano Gaia Martino, Andrea Bellagamba, Filippo Tappi

Readymade Metal Book is a welcome zone for transitional objects, scraps and intuitions. The content of the whole project changes in relation to the finding of new metal components that lead the evolution of the research. Presented for the first time at Kunstenfestivaldesarts in Brussels in 2017 and developed at Careof- Fabbrica Del Vapore in Milan, the project Readymade Metal Book presents a new step at Raum, with the display of the readymade metal objects so far collected by Malatesta, a presentation/lecture of the project and a sound performance of Enrico Malatesta in collaboration with the sound artist and theorist Attila Faravelli.

"I walked among piles of metal waste, seeking; I was looking for objects with direct and intense visual impact, being, at the same time, tools with qualities of affordance explicit ways of react to simple impulses, in creating unpredictable conditions of movements and sounds. My first interest in such a readymades is in consider how hazy is their current location in human history, from the prospective of use as work tools. and all of them are not in a clear point of their history and evolution from the perspective of human beings. As matter of fact, they are too much eroded to let us indeed recognize their original role within the relational system between persons and objects. Nevertheless, they are not broken enough to be considered 'junk' or 'fragments'. I collected these specific metallic objects because I have immediately felt that they hold unexpressed chances to outline different paths; they can be agents able to disclose the potential of a way of being which is far away from the way of being of my common instruments. They are strangers and so they will remain. The whole project is an attempt of return dignity the quality of a world placed outside of me, the one of objects (and their inner corruptive and generative processes), that which can be disclosed through the movement and the sound. The sound plays a very specific role: it is a consequence of the tool in its movement and it is always under construction, out of a negotiation between the objects and me in our reciprocal activities. The sound is the very space that I share with the tool, it is our autonomous zone of connection."