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Morestalgia

 Riccardo Benassi

 
 

Morestalgia è un ambiente composto da testo, suono e oggetti che ha come cuore pulsante uno schermo led penetrabile dal corpo umano. Il progetto nasce da un lavoro di ricerca teorica sul sentimento della nostalgia e sulle sue implicazioni sociali alla luce dell’ingresso di internet nelle nostre vite. Prende la forma di un'opera multimediale e polisensoriale, un oggetto di iper-design che, coerentemente con il percorso di ricerca di Riccardo Benassi, affronta il tema del display nel contesto abitativo, urbanistico, infrastrutturale e comportamentale, partendo da un’analisi che pone al centro il soggetto e le sue interrelazioni.

A Bologna, dal 23 al 27 gennaio 2020, la tecno-tenda di Morestalgia entra nella stazione ferroviaria, occupando lo spazio sotterraneo della Hall Alta Velocità, uno dei punti nevralgici della grande infrastruttura che ha cambiato il nostro modo di viaggiare. Dopo l’opening di giovedì 23 gennaio (dalle ore 20.30 alle 24), per i quattro giorni successivi l’installazione è aperta a passeggeri e visitatori in tutto l’arco della giornata (dalle ore 6 alle 23.30) offrendo così un’anticipazione di Live Arts Week IX, appuntamento tra arte e liveness a cura di Xing che si terrà dal 26 marzo al 4 aprile. L'installazione è uno dei main projects di ART CITY Bologna 2020, in occasione di Arte Fiera.

Riccardo Benassi ha creato il neologismo morestalgia per aggiornare il significato del sentimento della nostalgia all’interno di campi di studio quali la memoria e gli affetti, la migrazione e la famigliarità, la fenomenologia delle interfacce contemporanee e la psicanalisi, la storia e la futurologia. Il suo corrispettivo in un linguaggio cosmopolita è 'augmented nostalgia': un tipo specifico di nostalgia che provoca un dolore simile a quello causato dall’invidia, un sentimento di mancanza che si traduce come perdita. Gli esseri umani 'morestalgici' sono portatori del desiderio di vivere un'esperienza che hanno precedentemente inteso come plausibile ma che non richiamano dal proprio passato, in quanto questo è stato sostituito dalla navigazione immersiva offerta dal web. L’artista si domanda: in che modo i social network e le comunità online contribuiscono all'unificazione e alla normalizzazione di diversi passati soggettivi? L'empatia digitale può diventare uno strumento utile a rimodellare il futuro piuttosto che creare un'alleanza attorno a un passato apparentemente condiviso? In altre parole, come possiamo oggi trasformare il soggettivo senso di appartenenza in un divenire collettivo?